venerdì 10 aprile 2020

Fino al 3 di maggio... ma che coraggio!!!

Mi viene da pensare che forse sono finito all'interno di un'avventura dinamica, di un videogioco, insomma. Sì, penserete che questo è il delirio di un videogamer anzianotto come me... Ma davvero ci chiudono in casa fino al tre di maggio? 

Io sto impazzendo già ora, con questo sole che promette bene e che riscalda il mio balcone e non posso andarmene in campagna o a passeggiare in riva al mare? Ma cosa ho fatto di male? Non sono malato, non voglio ammalarmi e quindi vorrei prendere più aria (pulita) e sole possibile... 

Mi sono ridotto a prenderla quando vado a fare la fila al supermercato... ma può continuare così per altri 20 giorni e passa? Ma no, non può essere vero. 

Sono davvero finito in un'avventura dinamica. Vediamo come si gioca.

Mi alzo alle otto di mattina. La sveglia non ha suonato. Eppure, di solito, la sento quando si tratta di alzarmi alle sei  per andare al lavoro. Dimenticavo: sono recluso in casa per via di un provvedimento governativo che intende combattere l'epidemia chiudendo le persone in casa ed evitare ogni contatto e quindi il contagio... Sto ragionandoci su quando mi chiama Ida, la mia ragazza.

"Hai sentito, Amò... non ci possiamo vedere... Come farò senza di te?"

Le chiedo perché mai non possiamo vederci. Non si sarà mica innamorata di un altro...

"Ma che dici, stupido? Non hai sentito che è vietato allontanarsi dalla distanza ritenuta in prossimità della propria abitazione? E noi siamo distanti come la città di Roma: io vivo sulla Tuscolana e tu sei a Monte Mario!"

"Vuoi dire che siamo reclusi in casa? E perché? Stanno forse facendo un colpo di stato?"

"Ma quale colpo di stato? E' colpa del virus della corona, quel maledetto virus che ammazza la gente negli ospedali."

"Ma noi siamo in ottima salute e se vogliamo vederci non possiamo farlo?"

"No."

E' qui che il protagonista capisce di essere il personaggio di un'avventura dinamica. Solo nell'immaginazione di uno scrittore di videogiochi si può trovare un'idea del genere. Gente sana, che non presenta sintomi di sorta, chiusa in casa senza poter minimamente socializzare, incontrarsi amare...  

Il ragazzo, un ragazzo qualunque, saluta, un po' perplesso la propria ragazza e, sospirando (la ragazza è ovviamente uno schianto, occhi azzurri, capelli lunghi e neri, con la quarta di reggiseno e un vitino da vespa) si chiede come diavolo farà a resistere, solo e abbandonato in casa. E senza Ida. 

Il datore di lavoro lo metterà in cassa integrazione. se gli va bene, e l'importo gli basterà appena a pagare affitto e quota condominiale. Forse le bollette non le pagherà... quelle le pagava con gli straordinari ma ora l'azienda è chiusa. Lo riassumeranno, alla riapertura? Il tizio comincia a sudare freddo.

Qui sono impazziti, pensa, fermano un paese intero per una malattia. Ci si ammala ogni anno per influenze che uccidono peggio del virus della corona, e stavolta hanno bloccato tutto. E se facessero così ogni volta che l'influenza uccide qualcuno?

Ma che cazzo di discorsi sono: vita, malattia e morte fanno parte anche di un videogioco, oltre che della vita reale. Cavolo, dev'essere un colpo di stato davvero (pensa ancora il protagonista del gioco).

Voi capite il mio dilemma. Non ci sconocchio più (tipica imprecazione-lamentela romanesca, non più in uso.) Non ci posso credere (direbbe Aldo Baglio, del famoso trio).

Insomma, ditemi che sì, sono piombato in un'avventura dinamica. Che titolo gli darò? Si accettano suggerimenti. 

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