lunedì 24 febbraio 2020

Che culo, ho avuto un'influenza (senza corona) e non sono di Wuhan

Meno male che ho avuto un'influenza qualsiasi. come potete leggere dai post precedenti, me la sono cavata con una leggerissima febbre, molta costipazione, tosse e mal di testa. Quindici giorni di malessere, ma senza coronavirus. O, se pure lo avessi avuto, non me ne sono accorto. 

Insomma, sono sopravvissuto all'influenza. A dire la verità, mi è capitato almeno sessanta volte, in vita mia, che io ricordi. Avendo cin... ehm, avendo superato da un po' i quarant'anni, una media di una influenza e mezza all'anno me la sono fatta. Ed essendo personcina robusta (anche troppo per colpa esclusiva di tagliatelle e spaghetti) e tutto sommato di salute discreta, me la sono sempre cavata. 

Stavolta, avendola contratta prima di tutto il bailamme che sto leggendo e vedendo in televisione, devo dire che me la sono cavata alla grande. Ricordo allarmi analoghi per l'Aviaria (non mangio pollo, quindi stika). Ricordo la fifa collettiva per la SARS. Poi ci hanno terrorizzato con il morbillo anche se io lo avevo già fatto da bambino (due giorni di penombra nella mia stanzetta e qualche macchiolina addosso). Ora questo dannato coronavirus. 

Devo dire la verità: non ci capisco molto e soprattutto non mi pare peggio di una qualunque influenza stagionale. Ma io parlo così perché non sono cinese e perché me la sono già passata. Non so se fossi nato e vissuto a Wuhan. Pensate che il riso mi piace ma fino a un certo punto. Gli spaghetti di riso si scuociono che è grave veramente, altro che corona. E ci metti pure sto cacchio di virus. Ma io sono un tipo ottimista. E allora vi parlo di Wuhan nel suo lato migliore.


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Ridente metropoli della Cina centro-orientale, sorge sulla confluenza del Fiume Azzurro e del Fiume Han. L'area metropolitana è composta da tre parti principali e conta sei milioni e mezzo di abitanti (per la Cina non è un granché). E' una città ricca di punti d'interesse, come il maestoso ponte  Changjiang Daqiao e la Pagoda della Gru Gialla oltre a altissimi grattacieli (il maggiore è alto 472 metri, come andare in collina...). 


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Rinomata la cucina locale. A Wuhan si mangia presso l'Han Cafè, il Crane Palace, o il Zen5es.
Una ricetta tipica? Facendo parte dello Hubei, la gastronomia locale proviene dal periodo dei Regni Combattenti (453 a.C- 221 a.C.) e utilizza principalmente cottura al vapore, la cottura a fuoco lento e la stufatura. A Wuhan vanno alla grande le zuppe e le tagliatelle (credo di riso). I carnivori divorano pesce al vapore, tortino di pesce al vapore, brodi di pesce, anatra arrosto. I vegetariani come me, non lo so. 

Le donne di Wuhan non sono affatto male a quel che vedo su internet. Per gli uomini, chiedete a qualcun altro. Tutto questo, prima dell'epidemia, del contagio e del virus coronato. Vedremo cosa e quanto resterà della simpatica città cinese. Io faccio il tifo per loro. 

E vi raccomando di non ghettizzare o perseguitare i cinesi che vedete qui. La Cina è enorme, è come un continente. Se sta faccenda fosse mortale come dicono, si conterebbero già migliaia di morti solo nella zona dello Hubei. Probabilmente, è sempre questione di sfiga. Se ti prendi l'influenza con la corona, e sei sano, te la cavi. Altrimenti... Staremo a vedere. 
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