venerdì 11 marzo 2022

Inno ufficiale del Draghistan

 Questa musica immortale e pienamente condivisibile per merito, nella melodia dell'inossidabile coppia Power-Albano (nelle parole, del buon Lucentini) che da giovane aborrivo dato che ascoltavo il rock post-punk. Giocavo alla prima versione di Doom con le cuffie piene della rabbia di giovani cantanti che urlavano per un mondo che almeno loro sognavano migliore tra psichedelia, musica dura, rabbia giovanile, birra e vestiario impossibile, tipo Clash. 

Non so se ve li ricordate. Io, molto più modesto, avevo capelli lunghi, giaccone sportivo e jeans a basso costo, bevendo con gli anziani il vino dei Castelli. La mia ribellione contro un mondo che credevo ingiusto, era quella consistente in: musica e vestiario non convenzionale per la realtà romana, oltre a odiare le icone della civiltà borghese. 

Ieri, la mia ribellione è stata aver fanculizzato l'ultra-liberismo fino a salutare con una pernacchia le imposizioni del governo Monti. Oggi, saluto con una pernacchia doppia i diktat del Draghistan, guarda caso, figlio della stessa matrice ideologica-affaristica. Non pensate a Destra-Sinistra: queste fandonie sono buone soltanto per i polli, ormai.

Non mi vedrete mai utilizzare atteggiamenti violenti o sprezzanti ma ironici sì. Sinceramente non so se i servi sciocchi mi fanno più pietà, schifo o compassione. Di certo, è per merito loro che i regimi di ogni tipo e natura hanno vita facile, non dimentichiamolo. Qualuinque tonalità cromatica mostrino ai creduloni.

Mi viene solo di augurar loro gli effetti di un buon lassativo. Servi del Draghistan, potete andare a liberarvi. Soprattutto se, per puro caso, capitate, non graditi, su questo blog. Non ci tornate più.

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