martedì 10 marzo 2020

Tempi amari e termometri

Cammino per Roma da giorni. Una grande città trasformata da qualche tempo prima dalla paura, poi dal dubbio, infine dai provvedimenti governativi. 

Torno a casa, dopo aver fatto qualche lavoro, e un po' di spesa e mi siedo davanti al pc. Internet, ancora mediamente più libera di televisioni e giornali, rimanda articoli e trasmissioni su Facebook o Youtube molto preoccupati. 

Parliamoci chiaro: non esiste influenza o virosi tale da poter o dover sospendere le libertà costituzionali di una nazione. E invece, tramite decreti che bypassano il Parlamento, il Presidente del Consiglio, tra l'altro un tizio non eletto da nessuno, sta appunto facendo questo. Non siamo più liberi di viaggiare, andare dove ci pare e dobbiamo seguire alcuni concetti e utilizzare altre procedure obbligatoriamente. Oppure tramite caldi inviti che, piano piano, diventano ordini veri e propri.

Non esiste malattia che giustifichi questo. E invece, con la paura instillata dai media nella gente, sta passando questo insieme di provvedimenti tipici di uno stato di polizia. A qualcuno piacerà pure.

Queste cose, un tempo, si vedevano nei videogiochi. Pensavamo che la vita reale presentasse notevoli anticorpi contro chi volesse prevaricare le libertà altrui.

Basta la paura di ammalarsi a permettere gravissime imposizioni costrittive?

Ma davvero? non avrei mai pensato di ritrovarmi incatenato a un termometro.

Che la vita stia diventando peggio di un videogame? O forse i videogame sono meglio della vita cosiddetta reale?

Risultato immagini per misure temperature virus


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