giovedì 14 aprile 2022

Un'infermiera come dog-sitter... è un videogame? Naaaaaaa....

 Non riesco a riprendermi. Il videogioco è uscito dalla console, dal monitor di un computer è si è impossessato della nostra esistenza. Ecco per quale motivo investono tanti soldi nei videogame, ora l'ho capito.

il Draghistan è un immenso GDR con elementi di survival horror straordinariamente importanti. Non so quanto divertente, specie per i molti che sono stati esclusi dal lavoro perché hanno l'antipatia per le siringhe (vedrete che ci aspettano i micro-chip).

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Poteva bastarmi anche fare la vita del sorcio da Play per sempre e non mi sarei lamentato. Ormai, però, l'identificazione con una costruzione mentale umana, come un videogame, è totale. Perché mai dovremmo distinguere il Draghistan da un videogame? Abbiamo pure il cattivone cosmico, pronto per il ruolo. 

 

Devo trovarmi una psicanalista, ho deciso. Nel mio caso, avrà la quinta di reggiseno. 

Non riesco a distinguerli più. Mi sveglio, talvolta, sul mio divano. Ho passato la notte a videogiocare, poi il sonno ha prevalso e verso le tre del mattino, dopo un caffè ristoratore (sono uno di quelli a cui il caffè fa venire sonno) mi si sono chiusi gli occhioni. Come Fox Mulder, dormo meglio sui divano ma quando riapro gli occhi, non riesco più a capire se sto ancora giocando oppure no.

 

Devono avere programmatori molto esperti nel settore dell'immersione totale. Come trama, poi, è fantastica: un virus planetario obbliga i governi della Terra (con la strana ritrosia dei Giapponesi) a chiudere la gente in casa. Poi, trovata la cura, inizia a discriminare ferocemente chiunque abbia da ridire sulla siringona statale, compresi quelli che votavano o votano per Forza Italia che pensavano di far parte di un movimento autenticamente liberale. Buona la battuta. Come dire che i zuzzurelloni di  Fratelli d'Italia sono un partito di sovranisti. Battuta anche migliore.

Mi sembra di non vedere più la differenza tra i videogame e la cosiddetta, celebratissima, realtà oggettiva. Oggettiva de che?

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Ascoltate il video che condivido, con la splendida dottoressa che descrive amabilmente (mi piace non so che farci) le caratteristiche sanitarie del Draghistan. Quando  ho sentito della sua amica infermiera che ora fa la dogsitter, ho vacillato. Ecco, ho pensato, torna la sindrome del videogame. Nella realtà, una faccenda del genere non potrebbe mai accadere. Altrimenti, potremmo vedere il Bianconiglio guidare un tram.

Questo non è il mio mondo. Sono precipitato nel peggior esperimento di realtà virtuale che esista: un videogame che gioca con me.  Ho quasi paura di riprendere la letterina delle Entrate che ho ricevuto ieri. Davvero queste cose accadono?

La nostra fantasia ha ricevuto un colpo durissimo. Sarebbe come se la donna da sempre immaginata nei miei sogni erotici più spinti, suonasse il campanello di casa mia, lamentandosi per i piedi doloranti dopo una giornata di lavoro in ufficio o dietro la cassa di un supermercato.

Ditemi che stiamo giocando, vi prego.   

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