Tranquillo, caro Mario, ottimo giornalista e persona di grande sensibilità. Questa si chiama dittatura, questo è il Draghistan: un paese poco bello dove un dragone e i suoi amici sputano fiamme sulla gente, che, fatto stranissimo, più è lontana dalla fiatata micidiale e più si scotta.
Vero che in due anni di psico-pandemia hanno istituito un regime durissimo che decide chi può lavorare e chi no, chi può muoversi e chi no e, come dice l'illuminato presidentissimo francese, si deve vaccinare tutto il vaccinabile. Non è quindi paese soltanto italiota.
Un vero inferno fatto di fiatate infuocate, siringhe velenose che svolazzano dovunque e povera gente piegata sulle ginocchia.
Non ci credevate quando vi dicevo che la realtà virtuale dei videogame è migliore? Eccovi serviti.
Almeno in Doom avevo il mio adorato BFG per blastare zombie e demoni, ma qui ho solo le pernacchie da lanciare contro un'intera classe politica, regime che definire bulgaro è un pallido eufemismo mentre ancora mi scuso con i Bulgari per lo scomodo paragone.
Cosa fare, caro Mario? Beh, intanto siamo almeno in due che urlano, con Munch in tre; anch' io urlo ma da prima di te. Non importa, urliamo pure insieme. Nel Draghistan, cioè all'inferno, urlare non è vietato.
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