Mi resterà nella memoria, questo periodo, come la prima partita di Doom. Un Paese che sta scivolando in un regime sempre più ossessivo dove l'uso del Nazi - Pass diventerà veramente un'abitudine costretta da una tecnologia ridicola applicata a una medicina altrettanto ridicola.
Un tempo si diceva che ridicolo equivale a nocivo. Oggi, il ridicolo è imposto da chi pretende di gestire il mondo con un manganello.
Io rimango, per nascita più che per scelta, con quei portuali visti a Trieste, reagire con compostezza indignata agli idranti e ai manganelli di loro simili così simili a quelli che incontreremo sempre più spesso nei giorni che restano a noi libertari.
Quei poliziotti e carabinieri non comprendono che i muri della nostra prigione si stanno avvicinando e quindi ci mangiano spazi vitali giorno dopo giorno, momento dopo momento. E vale per tutti noi. Dove vivranno i loro figli se non insieme ai nostri?
Quel marchio che oggi si definisce verde ce lo stamperanno addosso come il codice a barre delle merci che scorrono sui carrelli dei supermercati. Quei ragazzi in divisa hanno creduto alle frottole del regime un po' più di noi fino a restarne tristemente invischiati fino alla punta del naso.
Dietro quei caschi e le maschere antigas, c'è il residuo di una coscienza costretta e compressa da un falso dovere. Dovrebbero proteggere la brava gente e invece la manganellano.
Sanno bene dove finirà, prima o dopo, quel manganello e devono credermi, lo dico senza alcun compiacimento.
Nella mia vita ho visto epiloghi simili mille volte, in tutti i momenti che restano appiccicati a qualcosa nel mio cranio e che chiamo memoria.
Stavolta, però, dirgli NO è un obbligo che non possiamo evitare. Da prigionieri noi vedevamo una prigione e alcuni secondini. Ora la prigione rischiamo di diventare noi stessi. Se cediamo, siamo la prigione e non la prigionia.
Devono capirlo, i pochi indecisi, quelli che non si sono già rassegnati. Non possiamo abbandonare questa prigione ma non possiamo nemmeno essere divorati da quelle mura.
Saremo per sempre separati in casa o meglio in prigione, nel paese dei manganelli.
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