mercoledì 24 settembre 2025

Le vite di quelli la

 


Sapete che continuo il mio gioco preferito: il survival horror che mi costringe a vivere il Draghistan.  Questo gioco dal vero dura da oltre 60 anni e ho dovuto sopravvivere combattendo la vita quotidiana a partire da un nugolo di imbecilli, mostri come la Strega Fornarina e altri e boss cattivissimi incarnati da i vari tiranni che si sono succeduti introno a me.

 Nel frattempo, una categoria di altri giocatori è stata fortemente aiutata dalle stesse dinamiche di gioco. Ho sempre visto con i miei occhiali, molte persone giocare barando. Partire cioè nascere da una famiglia ricca e influente, avere una macchina sportiva o una moto potente a diciott'anni e talvolta prima, circondati dalle migliori ochette preferibili (non animali da aia ma ragazzine idiote) era la loro uniforme di gioco. 



Poi ne ho conosciuti altri più grandi, dato che ho dovuto faticare come un ossesso per trovare un lavoro che mi costringesse a risparmiare all'osso per poi affrontare la vecchiaia. È dura ma ce l'ho fatta. Imparai a crearmi una nicchia nella prigione dove mi trovavo per assicurarmi una rendita quando sarebbe  arrivata l'inabilità fisica. Questa tattica in game si chiama risparmio. 

Quando ho cominciato a sentirmi male di brutto, intorno ai 58 anni, mi ha aiutato a sconfiggere uno dei boss più terribili, la Strega Fornarina, e ora mi godo gli esiti di quella vittoria. Mentre altri giocatori si sfiancano a sgobbare in varie arene fino alla vecchiaia, io gioco già da anni in santa pace: non vivo di rendita ma di risparmio. 



C'è chi vi insegna a non lavorare io vi posso insegnare a risparmiare lavorando per poi mandare a farsi friggere il lavoro e i vari boss che mentre festeggiano e pasteggiano in parlamento pensano che voi dovete morire sul lavoro.  

Mentre giocavo e gioco ancora, la vita dei giocatori che barano, continua senza sosta. Questa gente, e ne conto ancora molta, vive di vecchi privilegi oppure svolge lavori assolutamente inutili ma pagati venti volte quelli di una persona normale. Tra di loro, una particolare categoria vive lautamente, solo parlando nel posto dedicato, cioè nei vari parlamenti della politica mentre rende la vita impossibile a tutti gli altri. La loro caratteristica principale è la menzogna e li riconoscete subito da quella abilità innata che hanno di dire una cosa, pensarne un'altra e farne un'altra ancora. 


Per questi motivi io nel Draghistan ho vissuto sempre peggio. Le vite degli altri si materializza immediatamente se pensate ai cosiddetti politici e ai loro fratellini magistrati. Questa gente opera secondo la cosiddetta delega che ci chiede con quell'operazione chiamata elezione, veramente diabolica. Con il nostro consenso, li mandiamo a parassitarci. Anche in questa fase di gioco di sopravvivenza nel Draghistan, esiste una tattica tanto semplice quanto sconosciuta ai più: non fornire più alcuna delega a questi parassiti. 


Non votare equivale a ritirare la delega a chi ci rovina l'esistenza. Fin quando la maggioranza degli schiavi nel Draghistan non lo capirà, esisterà la piaga di gente che pensa che farsi eleggere equivale a farsi i cazzi suoi invece che i nostri. Tra l'altro, questi sarebbero i nostri servitori e invece si comportano come i nostri padroni. Per l'ennesima volta, siete avvisati. Mandateli al diavolo con l'astensione. Prima  o poi dovranno mollare la maschera e i loro veri padroni saranno costretti a scendere a patti con la gente comune. Questa sarebbe l'unica rivoluzioene possibile nel paese dei draghi: il Draghistan.


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