martedì 23 settembre 2025

Una notte con Silent Hill f

 


Aspettavo questo capitolo da anni. Ora ritrovo le atmosfere nebbiose conosciute nelle località USA più disparate nel Giappone Anni 50, più o meno, dove, in un ambiente rurale, la giocane e dolce Hinako cresciuta in una famiglia irregolare, sperimenta le ansie della propria condizione, Scenari di vita in un villaggio completamente abbandonato ,dove la ragazza appena si riunisce con tre amici, viene aggredita da una nebbia maligna che diffonde strani infestanti di colore rosso e che uccidono sull'istante la sua amica del cuore. 

Dovrà poi combattere contro bambole meccaniche disarticolate che abbatterà facilmente con l'aiuto di un tubo metallico. Ma in fondo Silent Hill f parla della solitudine e infatti nel villaggio stranamente solitario e vuoto, gli unici rimasti sono i suoi incubi peggiori. Non sempre la psiche della giovane reggerà l'urto della solitudine e allora crollerà a terra senza sensi ,risvegliandosi in un altro mondo, in un santuario. Qui incontra il suo ideale erotico che la vuole guidare in un rituale di purificazione. Qualche rallentamento di troppo e qualche bug qui e là denotano forse l'inesperienza dell'attuale team di sviluppo.


 Si potrebbe dire che in questo gioco i mondi di Silent Hill sono tre. Qaulche enigma qua e là, piuttosto bizzarro per la mentalità occidentale, rallenta non poco l'azione. Il sistema di combattimento, schifato da molti commentatori ,secondo me delinea soltanto la non attitudine a difendersi da parte della protagonista. Se il mondo invaso dagli infestanti rossi può essere confuso con l'abituale mondo alternativo e decadente dei precedenti Silent Hill, il mondo dove la ragazza entra nel santuario è sena dubbio inerente al suo stato mentale. E anche qui la ragazza dovrà confrontarsi con i mostri di questo stato, evidentemente alterato anch'esso dall'angoscia esistenziale che la contraddistingue. 



Non ho finito il gioco ma penso di poterlo definire del tutto alternativo ai precedenti episodi. non mi sento di giudicarlo severamente perla sua profondità concettuale. Come vi dicevo in precedenza, la fase esplorativa degli horror dev'esserci e qui on manca di certo. Si potrebbe però aggiungere che tutto questo rumore non porta a nulla. La solitudine interiore delle fanciulle giapponesi resta tale e non sarà elencandone i suoi sintomi che si potrà mai curare, esattamente come la solitudine che affligge quasi tutti noi. 


Questo è uno strano gioco che pur considerata la confezione impeccabile o quasi, non soddisfa a pieno. Purtroppo, gli orrori sono anche fuori dalla psiche umana, non basta guardarsi dentro per dissiparli. La vita disordinata dalla quale proviene Hinako è la causa rima dei suoi problemi certamente riflessi dall'inconscio. L'orrore vero è insito nelle nostre vite, hai voglia a cercar di curarlo dentro di noi. Questa è la morale che potremmo ricavare da una narrazione comunque abbastanza chiara. Il gioco merita una sufficienza soprattutto dedicata alle sue intenzioni più che alla realizzazione. Esiste anche di meglio. 


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