sabato 9 gennaio 2021

Il Dio delle etichette

 Spesso scambiamo gli elementi della nostra prigione con veri e propri diritti. Non ci si pensa spesso. 

In televisione del resto, preferiscono farci sapere come dobbiamo pensarla, a cosa dobbiamo credere e sperare, o come si ottiene la maionese senza farla impazzire ma la realtà della vita, la potete leggere SOLO qui. 

Lo dico ai moltissimi distratti che si ostinano a non leggere questo blog, facendo precipitare verso il basso quelle dannate coordinate delle visite ricevute che trovate, in fondo a destra, come di solito i gabinetti. Non me ne frega niente: imperterrito, continuo a diffondere il mio verbo, magari in senso figurato, se no mi arrestano /querelano /fustigano in piazza.

Ci sono abituato, a nascondere i miei reali sentimenti. Non vi posso dire sinceramente, per esempio,  cosa penso di quei figuri che siedono in parlamento a spese nostre, e tutti i particolari, né più né meno di come non potevo sempre comunque confidarmi con le ragazze, donne, splendide e consapevoli femmine che da ragazzo, adolescente, uomo, ho incontrato. 

Se non ho sempre avuto il coraggio di ammettere che mi facevano morire, verso costoro, figuriamoci se potrei confidare a qualcuno di quelli che so io, che mi piacerebbe vederlo defungere sull'istante.

 Cosa pensate, ho la mia quota di cattiveria pure io, eh. In un impeto di generosità, potrei anche mutare la condanna a morte con l'espatrio e il confino in Groenlandia. E non sono pochi quelli che sottoporrei a questo trattamento, con l'evidente conseguenza, per la Groenlandia, di vedersi invadere da una masnada di mascalzoni di prima categoria. 

Vedete che anche nel fare giustizia, uno deve sempre rendersi conto delle conseguenze e di cosa si ottiene, altro esempio riempiendo le galere di persone che in realtà hanno compiuto/avrebbero compiuto i reati più svariati e diversi tra loro. Al netto di quelli che ci finiscono innocenti davvero e con l'inferno nel cuore.

Avete di recente letto di una certa sentenza della Cassazione sulle vittime di Viareggio. Non vi posso dire quel che penso. La libertà di parola e di espressione ha un limite e non nel buon senso o nella decenza, ma nella querela. Questa è una legge non scritta che dobbiamo comunque rispettare.

Non vi dirò, quindi, cosa penso degli ex condannati o meglio quelli da ricondannare di nuovo, secondo i parenti delle vittime, eventualmente e se un giudice deciderà in tal senso.

So per certo, che i poveri morti in quel disastro non torneranno a dirci la loro versione dei fatti, non potranno testimoniare.

Fuoco, esplosione, sofferenza, terrore, morte, non possono testimoniare.

Ecco l'oggetto di questo post.  Per questo parlavo di etichette.

Viviamo in un mondo etichettato, dai supermercati ai bugiardini dei medicinali (non dei vaccini, per esempio; tenetevelo il farmaco-vaccino senza bugiardino).

Persino le acque minerali hanno un'etichettatura, la leggete mai? Trattasi di cosa sana e giusta, vero? Quel che bevo, devo conoscere perfettamente, apparentemente, ma per esempio, di un'arancia o una banana, so solo,  altrettanto apparentemente, da dove viene; non il territorio, regione ma il paese. Italia, Spagna, Marocco, Sudafrica, eccetera.   

Saperne tutto, di nulla. Dovremmo essere certi, a parte le etichette attuali, che trattasi nell'ordine, di acqua pulita, di cibo sano, di medicinali efficaci e senza effetti collaterali. Questo diritto di base non se lo straincula nessuno. Avete notato il francesismo? Serve a svegliarvi, mummie che non siete altro. Mummkie che non siamo altro.

A forza di correre dietro alle etichette ci siamo dimenticati del nostro sacrosanto diritto di base di avere un ambiente, cibo e medicamenti sicuri come inizio di un sacrosanto diritto di base, altro che etichettature!

Vedete un po', quando interessa a lor signori, se vi sciorinano insieme al modulo per il consenso informato, il bugiardino del vaccino, rima involontaria.

Allora, può morire anche il dio delle etichette, con buona pace dei sanfedisti merceologici.   

 Dichiarazione nutrizionale obbligatoria per le etichette alimentari

Nessun commento:

Posta un commento