venerdì 18 luglio 2025

Era meglio morire da piccoli


 Ve la ricordate la vecchia canzoncina, associata a una marcetta militare? Il ritornello diceva: Era meglio morire da piccoli, con i peli del culo a batuffoli, che morire da grandi soldati, con i peli del culo bruciati...

Effettivamente. Di certo, è quello che ci accade.

Va bene per i militi, per i pompieri, va bene per chiunque volontariamente o quasi si debba sacrificare. Ma vale per tutti.

Devo dire che non so bene a cosa serva essere arrivato sin qui, a testimoniare che nel Draghistan e dintorni si spara sui bambini in fila per ricevere l'acqua, si bombardano gli ospedali, si uccidono i soccorritori. Il mondo di questi tiranni ci comunica che ogni possibile e orrida prepotenza assassina è lecita o comunque permessa.

Nel 2025 abbiamo scoperto che il diritto internazionale non vale nulla, che la pietà umana vale ancor meno e tutto è sacrificabile se soltanto qualche tiranno si alza male di mattina. Stesso, identico, motivo per bombardare con le atomiche Nagasaki e Hiroshima. Non è cambiato niente. Permettetemi un quesito: perché diavolo dobbiamo assistere a tutto questo?

Mi sono incarnato in queste sembianze da sorcino da Playstation solo per vedere il Draghistan in fiamme? Stanno morendo a gruppi i poveri gonzi che si sono fidati del regime. Solo la mia paura mi ha salvato dalla punturazione di stato. Non mi consola veder le vittime di una superstizione moderna. Esistevano le guerre di religione, si salvarono gli atei.

A cosa seve tutto questo orrore? Forse, serve per dirci: noi siamo cosa diversa. Ma non lo sapevamo anche prima che morisse e soffrisse tutta questa gente? 

Andrò via da queste sembianze soltanto per ricordarmi dove non voglio mai più andare? Non c'è neanche bisogno degli alieni, dei dischi volanti che comunque si fanno gli affari loro. Qualcuno dovrà pure dirglielo, un giorno, a Finardi. Il problema non è dove andare e per quale motivo: il vero problema è dove cacchio siamo planati e la soluzione consiste nel non tornarci mai più.

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