giovedì 27 aprile 2023

Che Dio ce la mandi bbona.... ma sul serio!

 


Stamattina sono stato male, appena sveglio. Mi è venuto in mente di leggere il cosiddetto bugiardino di un medicinale, peraltro costosissimo, passato dal SSN a mia moglie per curare i suoi guai di salute (una malattia autoimmune).

 Ebbene, a proposito di effetti indesiderati, con questo tipo di farmaci, gli effetti indesiderati somigliano all'esplosione di una centrale nucleare con alluvione e sisma compresi nel pacchetto-orrore. 

In pratica, funziona così: io ho la malattia X, Federpharma per curarmi mi propone una serie di sostanze (ripeto, si tratta di farmaci costosissimi) che potrebbero (è scritto proprio in questo modo: non esiste una percentuale ipotetica, sul bugiardino, tale da poterci fare un'idea) procurarci epatite, tumori, e ogni genere di sciagure dato che il principio è moderare il sistema immunitario, il nostro secondo scudo. Immagino che fine faccia il primo.

Io so che il nostro, primo, scudo è costituito dall'insieme di batteri e virus che vivono nel mio corpo; il secondo, dalle reazioni del sistema immunitario agli agenti aggressivi interni ed esterni.  

Se ho capito bene, la linea di pensiero è questa: in certe malattie, il sistema immunitario svalvola, aggredisce parti del corpo e quindi va fermato. Fermandolo, accadono i peggiori guai in che percentuale non si sa. Immagino dipenda dalle condizioni di vita, dalla sfiga naturale, da qualche accidente o chissà cosa. 



Siamo nel campo del possibile che, filosoficamente, posso ridurre a una sorta di contro-lotteria: più facile che guidando mi venga contro un TIR il cui conducente è morto per un infarto, oppure che camminando sul marciapiede mi cada in testa lo scudo termico mal fissato di un palazzo che poteva godere del bonus governativo? La sfortuna, detta sfiga dal gergo popolare, quanto incide nelle nostre vite? E in quale percentuale? Questa è scienza? Anche due. 

Io mi chiedo: possibile che per curare la malattia X esistano possibili contro-indicazioni di sciagure molto peggiori della malattia iniziale stessa? Queste sono le soluzioni proposte dalla medicina allopatica? 

Wiki ci dice che questo termine fu coniato dal fondatore dell'omeopatia, nel 1900, per definire la medicina che utilizzava principi farmacologici per curare i sintomi delle malattie. L'omeopatia, invece, cerca di introdurre sostanze che favoriscono l'autoguarigione del corpo. In mezzo, ci siamo noi e le nostre malattie. 

Sentite, o leggete: io non ci capisco nulla, come la maggior parte di noi. Non saprei mai consigliarvi questo o l'altro metodo. Eppure, posso soltanto utilizzare il buon senso, ammesso che ne abbia. 

Non andrei mai a vivere ni pressi di un vulcano che minaccia un'eruzione e tantomeno farei turismo estremo a Chernobyl. Adotto principi di base come prendere meno farmaci possibile perché non ne capisco nulla. Inoltre, ho saputo che alcune persone ne denunciano i famigerati effetti collaterali. Sono vegetariano e persino consapevole che i sistemi utilizzati nella moderna agricoltura non sono esenti da critiche. per farla breve: sono in trincea, nella mia tana da sorcio e cerco soltanto di non morire male.

Da bambino fui curato, tramite dosi da cavallo di antibiotico, per una polmonite rimediata dopo una doccia fredda. Ero accaldato per aver giocato al calcio. Il medico, bravissimo, che mi curò, è morto qualche anno dopo per un tumore al polmone. Era uno stimato pneumologo e fumava come una locomotiva sfiatata. 

Non so se questa sia la sfiga o la vita o tutte e due. Io parto dal principio che meno mi trovo vicino a male e meglio sto. Ecco per quale motivo, le vostre siringhe statali potete risparmiarle con me e con quanti, come me, preferiscono morire dei propri mali che a causa eventualmente delle vostre pozioni magiche.  Dovrete fare soldi in altro modo, cari stregoni. 

Per il resto, leggete questa raccolta, forse l'autore di questi racconti vi potrà fornire qualche altro spunto per riflettere. La letteratura serve anche a riflettere o no? Alcuni di questi racconti evocano una sapienza che forse abbiamo dimenticato. E abbiamo fatto male. 



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