martedì 25 aprile 2023

Una festa imperdibile



 La festa che amo maggiormente. E non solo per la liberazione da regimi insopportabili avvenuta dopo la Seconda Guerra. Anche perché, come noto ormai a tutti, abbiamo soprattutto cambiato padrone. 

Una festa che parla di liberazione è la mia preferita tra tutte. Non scherziamo: essere liberi o liberati è davvero importante. Significa che qualcosa o qualcuno ci opprime. 

I miei, personali, oppressori sono tantissimi e  anche i vostri.  Vedete, siamo naufraghi in un mare di disperazione. Ci raccolgono i genitori, quando va bene, se non mani fredde di uno stato egoista che ci assegna un valore nominale e ci chiede solo di lavorare. Poi ci ritroviamo in uno strano posto dove sentiamo la necessità di bere, mangiare, e coprirci e tutto questo assume sempre un costo variabile che dobbiamo pagare.



 Il posto dove ci troviamo è molto spesso, a buona ragione, chiamato prigione ma troviamo anche qualche buona ragione per esserci e magari migliorare le nostre condizioni. Essenzialmente, ci innamoriamo, ci uniamo a un altro recluso/a varie volte fintanto che l'energia ci soccorre, poi chiamiamo altri naufraghi e offriamo, più o meno, la stessa cura di cui siamo stati fatti oggetto subito dopo la nostra venuta.

 


La Legge del Mare sarà il nostro regolamento di vita mentre il sistema-prigione ci mente continuamente, nascondendo la realtà per controllare meglio i detenuti. La nostra coscienza non ha sbarre nè limiti e infatti ormai possiamo dire di aver appreso e capito praticamente tutto ma rimaniamo in prigione. 

Del resto, la prima prigione è il nostro, stesso, corpo. Occorrerebbe trasfigurarlo per poter evadere, passare tra le sbarre. La maggior parte di noi, invecchiando, anela invece a tornare giovane all'interno della stessa prigione. Noi libertari cerchiamo piuttosto la prossima liberazione. Non è detto che sia quella definitiva.

Io posso dirvi che esistono vari modi per non continuare a battere la testa sui muri di questa galera per non impazzire mentre ci raccontiamo di libertà e liberazione. 


Accorgerci che siamo tutti vittime sacrificabili è una delle sensazioni peggiori. Capita a tutti, prima o poi, di guardare oltre le sbarre. C'è pure chi utilizza telescopi ma è una modalità del tutto inutile. 

Questa è una prigione antichissima, solida e robusta come nulla al mondo. Sarebbe importante, intanto, non arrivarci. Attenzione perché i secondini non hanno limite e misura. Capita anche di realizzare che la prima modalità di fuga e di ulteriore liberazione consista nel capire di essere prigionieri.

Ecco perchè mentre parlo di videogame, vi suggerisco sempre di leggere e capire quanto c'è da capire. Se non si capisce che la libertà assoluta e senza limiti è la nostra, vera, liberazione, saremo sempre reclusi di qualcuno o di qualcosa. 

Nessun commento:

Posta un commento