venerdì 21 aprile 2023

Dead Island 2, finalmente, quasi fuori tempo

 


Sapete che non parlo di giochi commerciali. Con le dovute eccezioni: capolavori, tradizione, memorie, ricordi. E in quanto a ricordi, il primo Dead Island uscì nel 2011, ovvero 12 anni or sono che in informatica, anche videoludica, è un'eternità. In mezzo, uno spin off, ovvero un gioco che percorre una storia parallela (Dead Island Riptide) nel 2013.



E ora, questo gioco forse persino uscito in ritardo. Un po' sparatutto, un po' avventura horror, ecco riassunto il primo Dead Island e ora vi parlo del secondo capitolo, che ho visto in anteprima da un amico che usa la Play 5 dato che mi risulta si possa solo pre-ordinare per esempio sul sito di Epic. 

Gioco addirittura vietato ai minori di anni 18 il che sa di ridicolo soprattutto dopo il mancato divieto di tanti film e serie orrorifiche a base di zombie affamati. Non solo i divieti, generalmente, sono idioti ma sono pure di parte cioè valgono per alcuni ma non per tutti.

 


Dette queste ovvietà (come al solito consiglio sanfedisti, filosofi da strapazzo, benpensanti amanti del potere costituito e legaioli di stare alla larga da questo blog) parlo di quel che ho visto giocando il nuovo Dead Island 2.

L'ntro è piacevole quanto un film. Forse è da considerarsi un film. Ci troviamo in una Los Angeles, ribattezzata opportunamente Hell-A, traballante di movimenti sismici, governata da militari e sconvolta dagli zombie e assistiamo anche a varie aggressioni. Dovremo scegliere poi il nostro alter ego nel gioco. 

Tanto per iniziare dovremo fermare l'emorragia da ferita alla gamba e uscire da un simpatico aereo in fiamme e magari rintracciare altri superstiti cercando anche armi. La sensazione è trovarsi nel nuovo Half Life ma popolato di zombie al posto degli alieni. 

Ci troveremo subito ad affrontare, quasi a mani nude, il primo zombetto affamato e dato che non vogliamo suicidarci facendo da primo piatto, dovremo ri-ucciderlo in tutta fretta. 

Il gioco ci mostrerà dove trovare armi e altri oggetti, per esempio spaccando casse. Diciamo che per ora, prendere a sane mazzate i mordaci non morti servirà parecchio. Beninteso, esistono anche armi da lancio. Gli elementi dello scenario si possono colpire, far crollare al suolo, rompere, eccetera.

Non vi tolgo il gusto di vivere la trama da soli. Ne accadranno di tutti i colori davvero, con prevalenza del rosso, e non in senso politico. Da quel che ho visto in due ore di gioco, questa è la nuova pietra miliare dell'horror da combattimento e da sopravvivenza. Deep Silver Dambuster Studios (sviluppatore britannico) ha fatto un ottimo lavoro davvero.

Qui si fermano le mie, prime, impressioni e non seguirà un'ulteriore recensione che, in questi casi, riservo a operazioni di collaborazione con le case produttrici esclusivamente commerciali. Sapete, ai ricchi e potenti, il mio lavoro non lo regalo.

Vi raccomando invece, se amate l'horror, questi libri, scritti da un autore italiano di tutto rispetto. Giocate e leggete, questo il mio consiglio. 




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