lunedì 2 dicembre 2024

Restare o no nel Draghistan?

 



Nel mio survival horror dal vivo, il Draghistan è la vecchia Italia, o penisola italiana. Voi sapete che dovendo abbandonare questo posto, si dovrebbe anche salutare Madame Uèuè, quell'accrocco di gente che prendendo ordini direttamente dalla madre patria Usa e getta sta amministrando i territori della Vecchia Europa. Da considerare che questi tizi adorano letteralmente il Dio Dragone, quel tizio terrificante che mette la finanza su tutto anche sugli spaghetti. Forse è il caso di partire e non tornare mai più.



Succede, nel Draghistan, che la gente sia forse in maggioranza contenta di questo regime ed io ci sto male. A me i servi contenti piacciono poco specie se sono servi infelici. Ci si lamenta di tutto ma non si arriva a dama con i ragionamenti. Madame Uèuè ci mette del suo dato che si tratta di una delle dittature peggiori mai viste, tanto da farci immaginare che se eravamo uno stato USA e getta stavamo meglio.

Io ho famiglia, vivo de mio, quindi senza lavorare più (dopo 35 anni stavo già a fa la muffa) e posso portarmi i miei risparmi dove voglio. Sapete, non volevo morire sul lavoro come pretenderebbe Strega Fornarina, quindi, messi da parte un po' di soldini, me so dato prima della pandemia, quando potevo pure andarmene di sicuro se facevo le siringazioni di stato. All'epoca pensai: siringatevi sta minchia e ho fatto bene, visti gli sviluppi.



Ma sta gentarella ci potrebbe riocare, come se dice qui nella ex Città Eterna e insomma, visto che siamo pieni di schiavi contenti, perché non affondare di nuovo il coltello caldo nel burro?

Ora, mi si porrebbero due problemi nell'abbandonare definitivamente il Draghistan: dove andare a planare e come lasciare i miei figlioletti e consorte. Perché questi soggettini non li sposta nessuno. Sono fermamente convinti che nel Draghistan si stia quasi bene. Non so quanto siano sani di mente ma del resto non so neppure come sto io, quindi che problema c'è?



Ricapitoliamo: vorrei vivere in un paese civile, tranquillo, con abbondanza di vegetali perché io non divoro cadaveri da tempo. Mi serve sole ma non tanto perché ho i bollori perenni e odio il caldo eccessivo. Se il Draghistan non fosse un'allegra e rutilante dittatura, basterebbe trasferirmi in montagna, diciamo sui mille e poco più. Anche una discreta collinetta va bene, purchè servita da supermercati perché sono un tipo comodo. 

Voi pensate, forse, che io stia scherzando ma mica tanto. Non vorrei morire in dittatura, si tratta di cose serie. Ma sto problema affligge il mondo. Religiose o no, le dittature imperano e questo è male, secondo me. Pure la mamma dei cretini è sempre incinta, e non conta neppure il calo demografico per loro.

Ho anche chiesto al mio scrittore preferito il cui blog è questo.  Sapete cosa mi ha risposto? Meglio la dittatura che conosci già. Ecco la differenza tra uno scrittore e uno che scrive un blog e gioca per occupazione principale. Devo dargli ragione.

Del resto, se me ne andassi, lo scriverei qui dopo un annetto dal trasferimento effettivo,  vi pare? La prudenza non è mai troppa.



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