Stavo riordinando la mia collezione e devo dire che forse è il tempo di passare la mano. Sono un videogamer maturo, non c'è che dire. Ho messo da parte circa 1000 giochi, alcuni sono semplici file sul mio computer, altri sono file copiati su supporti vari: dai dischetti per computer, ai cd, ai dvd. La parte della collezione diciamo materiale conta circa ottocento titoli.
Il più antico è Dune per Ms Dos 6.0. Poi c'è l'impedibile saga di Star Control, poi i primi Doom fino a Doom II e via via gli altri. L'ultimo gioco che acquistai su supporto fisico è X3 Reunion pubblicato nel 2005. Quasi contemporanei sono Fear, pubblicato nel 2005 e il primo Far Cry del 2006.
Questi titoli hanno rappresentato il mio percorso come essere vivente, i miei esordi come marito e padre, insomma, sono momenti della mia vita.
Lo so che i ragazzi nati nel 1990 e 2000 hanno una prospettiva differente. Io faccio parte di una generazione che questi titoli li andava ad acquistare in un negozio, oppure li trovava in allegato alle meravigliose riviste per videogamer.
Poi in parallelo, ho vissuto soltanto parzialmente lo sviluppo delle console come la Play Station, e molto prima Commodore 64 e Amiga.
Nata Steam e le altre piattaforme on line di distribuzione dei giochi, fu all'inizio un espediente per stroncare la pirateria, molto attiva fino a quel momento. Ci sono cresciuto con questi problemi.
Ora che sono invecchiato e devo badare solo a non morire male, come accade a tutti dopo i fatidici 50 anni, rivedo le copertine dei cd e DVD come si vedono i ricordi migliori in mente. Quando da ragazzo cercavo compagnia nelle discoteche e nei viaggi organizzati, poi la mia meravigliosa moglie, poi i figli e tutte le fantasie erotiche ed amorose mai vissute nella realtà, una realtà che poi ha preso la forma di un survival horror dal vero, in un paese trasformato dall'Italia degli Anni 60 nel Draghistan dal 1990 in poi.
Questi titoli mi hanno accompagnato nella vita, come amici fedeli e fidati. compresa la saga di Age of Wonders, o Silent Hill o ancora Resident Evil. Sì, più della musica e dei film o dei romanzi anche se quelli scritti da Castaneda e Marco Caruso mi sono rimasti dentro. Nessuno ha mai scritto come il grande scrittore peruviano naturalizzato americano o il nostro italianissimo autore emarginato dall'editoria draghistana.
Gli amori e le passioni per i videogame invecchiano con me e stavo pensando a come preservare questa collezione ma in fondo non è necessario. Nostro destino è che gli oggetti tanto amati ci sopravvivano su questa Terra. Ma sensazioni, idee e sentimenti ce li porteremo dietro dove andremo, nel prossimo Draghistan.
Se c'è una cosa che ho imparato da romanzi come quello del quale riproduco la copertina, è che esiste una serie impressionante di Draghistan là fuori, dopo questa tappa chiamata vita. Io scaricai per 99 centesimi questo romanzo da Amazon e non so se voi avete potuto fare altrettanto. Se non l'avete fatto, non sapete neppure di cosa sto parlando. Avrei preferito avere tra le mani il libro stampato ma nel Draghistan non si può pubblicare senza le forche caudine di un'editoria di regime.
In fondo ci illudiamo di comunicare ma il mondo di dentro è molto più vasto e ricco di molte parole anche se oggi devo ammettere che la forma letteraria del romanzo supera l'arte videoludica per capacità espressiva. Leggere include una possibilità di apprendere superiore a qualunque gameplay. Ma io so al massimo scrivere questo blog, cioè raccontarvi quel che è stata ed è la mia vita da videogamer, felice di avervi presentato anche i miei autori preferiti.
E voi cosa ne farete di queste, mie, considerazioni? Le racconterete ad altri? Ovvero, la mia collezione di ricordi e videogame, oltre ai romanzi adorati, ha importanza per qualcun altro? Per i miei figli, no, dato che giocano ancora con la Play Station 5 a circa trent'anni.
Non so rispondere a queste domande ma la sensazione è che per certi ricordi è meglio che esista un supporto fisico per poterli tramandare a quelli che verranno.
Forse la Rete ci ha illuso per troppo tempo ma siamo ancora nelle condizioni per rimediare. O meglio: siete. E sento che preferite pensare all'ultima giornata del campionato di calcio. Queste sono veramente altre storie.