domenica 27 aprile 2025

Un deserto chiamato videogame si sta avvicinando?

 


Mentre su questo blog riporto le mie esperienze e i ricordi videoludici, parlo spesso delle cronache relative a questo mio survival dal vivo che sto giocando da sempre nel Draghistan. Non è che con i videogame vada meglio, in realtà. Sono un sorcino da Play abbastanza datato, ormai. Non percepisco la pensione soltanto per le malie della Strega Fornarina, altrimenti mi potrei già considerare un videogamer pensionato. 



Non ho mai operato o lavorato per l'industria dei videogiochi ma, al contrario, ho giocato per una vita e ne parlo attraverso questo blog. Anni fa, avrei potuto scrivere per una delle numerose riviste che trattavano l'argomento proprio dei videogiochi. Nelle edicole ne vendevano decine di tipi differenti: le più note erano The Games Machine (sopravvive come rivista su carta a stento), Giochi per il mio Computer, K, PC Ultra e varie altre. 

Molte di queste riviste, per un prezzo più che fattibile, allegavano videogame completi, su cd o dvd venduti insieme alle riviste stesse. Internet cominciava a parlare di videogame tramite i social e qualche sito. Il mio mondo era composto, quindi, da varie opzioni ed io frequentavo alcune botteghe che commercializzavano le copie di videogame, essenzialmente per pc, usate. Il mio mondo videoludico era variegato e molto ricco. 



Oggi esistono vari siti, e persino questo blog, che si occupano di videogame ma l'usato garantito è sparito e le riviste cartacee stanno inesorabilmente sparendo. Stampa e distribuzione, proprio come per i libri cartacei, stanno condannando tramite i costi sempre crescenti questo modo di comunicare una passione. Non si tratta di una scelta ecologica. La carta si può ricavare anche dalle sostanze restanti dei processi industriali, ma certamente è meno costoso e meno impegnativo, spedire tramite i bit di internet qualunque faccenda, dai giochi alle recensioni che ormai le fanno solo i canali dei social come Youtube e le fanno bene, offrendo i gameplay completi.

 Il mondo dei videogame cambia ma tutto questo comporta tutta la fetta dell'indotto commerciale (negozi che vendevano videogame anche usati), riviste e quanti ci lavoravano, e persino , ormai, la fine annunciata dai supporti fisici. Pertanto, tra poco, acquisteremo i videogame soltanto tramite internet con la scusa di limitare i costi vivi di tale commercio. Tutto bene, tutto tranquillo? Non credo. 

E la dimostrazione è proprio il grande gratuito che offrono sia Steam che le altre piattaforme. In realtà i costi non sono poi scesi così tanto e molta gente, progressivamente, aumenta nel dimostrare di non essere in grado di spendere 40-60 euro per un videogame nuovo. La vita costa troppo per potersi regalare ore di divertimento a questi prezzi. Le politiche dei redditi non aiutano le industrie del divertimento, da sempre. Su questo blog vi ho sempre parlato dei un amico scrittore, emarginato dall'editoria tradizionale, e che non ha mai ricavato un centesimo anche quando l'editoria tradizionale ha pubblicato i suoi libri. Quello scrittore oggi ha smesso, semplicemente, di scrivere. 


Ho fatto in tempo a scaricare le sue opere che, per non farle morire, l'autore ha permesso fossero scaricate gratuitamente dal suo blog per qualche settimana, e ora il silenzio. Il suo blog pubblica vari post ma non permette più di poter leggere gratis e si può capire anche questo tipo di scelta. Chiunque vorrebbe trarre un minimo guadagno del proprio lavoro. Tranne i curatori di blog come il mio. 

Vi posso garantire che nessuno mi ha mai offerto la pur minima contribuzione per pubblicizzare qualunque cosa. Io scrivo da anni gratis. Il mio lavoro, se così si potrebbe chiamare con molta fantasia, non vale niente. Finiranno così anche i videogame?



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