domenica 12 marzo 2023

Le pecore che belano più forte

 


Riprendo questo articolo di AGI per parlarvi dei belati delle pecorelle del Draghistan. I nostri cuginetti d'Oltralpe, che hanno a che fare con la versione locale del Draghistan, stanno belando molto forte. Non gli va di andare in pensione a 64 anni, mentre, come noto, la Strega Fornarina ha fatto una malìa, qui da noi, che ci porta a morire sul lavoro a 67.  

A guardarla dall'alto, si potrebbe dire: ma che volete, pecorelle francesi, non vi va di essere trattate come le pecorelle italiote? Non vi è chiaro che essere una pecora significa da sè che lupi e draghi di passaggio fanno festa con le nostre spoglie? 

Qui non si tratta della sola età pensionabile, qui ci ci fanno di tutto e quando par a lor signori.  Questa è la pura verità e non vederlo significa che le pecorelle italiane e francesi hanno urgente bisogno di un bel paio di occhialoni. Di solito accade che qualche pecorone in capo al branco si venda la lana nei confronti del pastore e che diventi il suo braccio armato per tosare tutte le altre pecore. Se li guardate bene, si somigliano, questi pecoroni venduti e criminali. 



Non c'è alcuna differenza, in realtà, tra pecore e pecoroni italioti, francesi, inglesi, americani o russi. Come non esiste differenza tra i loro pastori.

Gli lasciamo far di tutto. Ricordo alle pecore smemorate che ci tolsero la possibilità di uscire di casa, fare acquisti, prendere mezzi pubblici, entrare in bar e ristoranti e persino poter lavorare senza Nazi-Pass. Loro, i pecoroni traditori e criminali, sono sempre davanti a noi e conducono il branco verso il macello che sia in Iraq, Afghanistan, Bosnia, Palestina, Ucraina o dove gli pare. Hanno pure inventato due guerre mondiali per aprire sedi di macelli in varie parti del mondo. Quante pecore sono morte e quante ne moriranno ancora?



Bene, terrò la contabilità, io, piccolo sorcino che gioca con la Play nella mia tana, dove ho accumulato noccioline per il tempo della mia gioventù. Sapevo che sarebbe venuto il momento in cui il sistema dei pastori mi avrebbe piazzato un bastone tra capo e collo. 

Sono uscito dal branco e mi è costato 35 anni di lavoro, non buoni per avere una pensione da fame, ma sufficienti per non morire anzitempo. Non è bello vedere pecore che crollano a terra, che non producono più lana, andare dritte verso il macello. Attenzione perché i pastori non si saziano mai.


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